di Alessia Ambrosini
Copyright – Mytech – Mondadori 4 ottobre 2000
Questa settimana affronteremo un tema pratico.
Come si sceglie un dominio? È meglio registrare un nome generico o quello della propria impresa?
E come si valuta l’adozione del Top Level Domain (.com, .it e così via)? La scelta del dominio – la prima decisione critica da prendere se si vuole debuttare in Rete – è strategica, dato che questo particolare “indirizzo” assomiglia sempre più a un biglietto da visita, alla porta di ingresso della propria azienda. A una seconda cittadinanza, insomma.Primo passo: il Top Level Domain giusto
Un dominio è generalmente composto da un Tld (Top Level Domain) e da un Sld (Second Level Domain). I Tld altri non sono altro che le ben note estensioni .it, .com, .org e così via; il Second Level Domain, o dominio di secondo livello, è invece la “parola”, posta immediatamente a sinistra del Tld, liberamente scelta da chi chiede la registrazione (per esempio: mondadori.com).
Chiaramente possiamo avere anche domini di livello superiore, per esempio di terzo livello (mytech.mondadori.com); a sinistra del Second Level Domain si possono cioè trovare ulteriori livelli, ciascuno separato da un punto.
Salvo eccezioni, la registrazione interessa soltanto i domini di secondo livello, una volta individuato il Tld di interesse. Ma è errato ritenere che la scelta di un buon dominio si riduca alla ricerca di una “buona parola” da registrare; la scelta comincia dal Tld! Soprattutto per i siti di e-commerce.
I Tld si dividono in geografici (.it, .fr, .es, e così via) e tematici (i tematici già attivi sono solo sette: .com, .org, .net, .edu, .int, .gov, .mil).
I Tld geografici sono molto utili per individuare il mercato di riferimento e di conseguenza va scelto sulla base dei mercati in cui l’azienda opera (o ha intenzione di operare); inoltre per connotare geograficamente i prodotti venduti (o l’impresa stessa). In effetti la caratterizzazione geografica, in certi settori – si pensi a quello della moda o a quello alimentare – assume una rilevanza non certo trascurabile (per esempio chanel.fr, armani.it, pasta.it).
I Tld tematici non presentano invece particolari “problemi di scelta”. Allo stato i liberamente registrabili sono soltanto tre: .com, .org, .net. Originariamente, il .com identificava domini di imprese o aziende commerciali; il .net, quelli di provider e fornitori di connettività; il Top Level Domain .org, domini di organizzazioni no profit. Con il tempo, la funzione identificatrice di questi Tld è andata praticamente perduta, con il risultato che oggi tutti possono richiedere e ottenere la registrazione di un dominio .com/.net/.org.
Per questo motivo si consiglia sempre (anche per evitare azioni di cybersquatting) di registrare il proprio dominio sotto tutti e tre i Tld.
Secondo passo: Sld generico o specifico?
Il Sld identifica immediatamente l’impresa (per esempio mondadori.com) o l’attività svolta nel sito (per esempio meteo.it,
negozio.com, annunci.it e così via). Ora, se il sito fa capo a un’azienda il cui nome/marchio sia rinomato, conviene
indubbiamente scegliere – quale dominio – il nome/marchio stesso.
In caso contrario, conviene puntare sui servizi offerti nel sito, scegliendo un nome generico che individui il servizio stesso.
Se il sito fa capo a un’azienda il cui nome/marchio sia rinomato – abbiamo detto – conviene scegliere come dominio il nome/marchio stesso. Il dominio svolge, nel campo dell’e-business, anche una funzione distintiva analoga a quella dei marchi d’impresa e dunque può considerarsi un modo per “spendere” il proprio nome. In effetti, l’unica ragione che ha indotto gli operatori dell’internet a utilizzare indirizzi alfanumerici, è costituita dal fatto che sono facili da ricordare: hanno cioè un’attitudine distintiva.
Prassi diffusasi nella scelta dei Sld è quella di usare parole generiche, dato che sono più immediatamente accessibili rispetto ai nomi “originali” e pertanto assumono un valore economico rilevante.
Per esempio, nel caso un utente voglia avere informazioni circa la possibilità di trasmettere fax via Internet, andrà certamente a digitare – prima ancora di effettuare una ricerca su un motore di ricerca – l’indirizzo www.fax.it. A testimonianza del valore economico assunto dalle parole generiche, vale la pena di ricordare che cosa è successo il 15 dicembre 1999 (giorno della “liberalizzazione” dei domini .it). È stata richiesta alla Registration Authority italiana – da parte di un noto imprenditore – la registrazione come dominio di tutti i termini contenuti nel vocabolario Zingarelli, in italiano e in inglese!
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