Il Fatto Quotidiano pubblica un articolo sul fallimento dell’iniziativa della Regione Lombardia guidata dal leghista Roberto Maroni e consistita nel dotare gli alunni della scuola primaria di tablet pilotati da Ubuntu, la notissima distribuzione Linux.
Il vicepreside dell’Istituto comprensivo di Corsico, Alfonso Iannice, individua una delle cause di questo fallimento nel sistema operativo libero installato sugli apparati:
I veri problemi – continua Iannice – sono il touchscreen e il sistema operativo Ubuntu. Dobbiamo cercare programmi compatibili e non possiamo fare lezioni pratiche su Windows”.
A parte il fatto che, come rileva correttamente l’articolo, i “problemi” nell’uso dei tablet non sono derivati da Ubuntu in sè, ma dall’averlo voluto installare su macchine prive dell’adeguata potenza di calcolo (provate a installare Windows10 su un vecchio computer di otto anni fa, senza disco SSD e con meno di otto giga di RAM e ne parliamo), che vuol dire, prof. Iannice, “programmi compatibili” e “fare lezioni pratiche su Windows”?
L’informatica si insegna prima per funzionalità (un sistema operativo contiene comandi per muovere file, un linguaggio di programmazione contiene comandi per gestire le condizioni, un software per scrivere testi consente di salvare i file) e solo dopo per funzioni (mv -if file file2, #include using namespace std;1 , ALT+S).
Con la sua visione dell’informatica e del modo in cui va insegnata, prof. Iannice, lei non contribuisce a formare persone che utilizzano consapevolemente la tecnologia, ma le condanna a vivere una vita di schiavitù elettronica.
- Per gli esperti di C++: lo so, dopo #include si va a capo :) ↩
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