Un esempio di cattiva divulgazione in un articolo firmato da Massimiliano Razzano e pubblicato da Repubblica.it a proposito di una (relativamente) nuova teoria sull’origine dell’universo, e inintitolato Studio: il nostro Universo potrebbe essere un gigantesco ologramma
Anche se l’articolo è (un po’) più rigoroso, il titolo è epistemologicamente sbagliato.
La fisica teorica (si chiamerà così per una ragione, o no?) studia “modelli” che non sono nè veri nè falsi ma, semplicemente, sono in grado o meno di fornire una spiegazione sul come (e non sul “perché”) accadono determinati fenomeni. Quando un fisico si trova di fronte a un fenomeno che non può spiegare (o non trova il riscontro empirico di un fenomeno che, secondo il modello, dovrebbe verificarsi) o c’è un errore nel modello o bisogna crearne un altro. Un esempio è il rapporto fra fisica newtoniana, fisica relativistica e fisica quantistica: le teorie di Newton “funzionano” a livello di esseri umani, ma non sono in grado di spiegare ciò che accade nel macrocosmo o nel microcosmo. Ecco perché sono stati sviluppati altri modelli teorici. Nessuno è più “vero” dell’altro, e tutti funzionano nell’ambito limitato dei rispettivi confini. Un altro esempio di come funzionano le teorie scientifiche arriva dalla navigazione. A parte qualche irriducibile, nessuno discute che la terra sia sferica e che al centro del sistema solare ci sia, appunto, il Sole. Ma per le necessità di marinai e regatanti, la “lettura” tolemaica del cielo funziona più che bene.
Tutto questo, dunque, per dimostrare l’erroneità concettuale del titolo: l’universo non “è” ontologicamente un ologramma come non “è” un prodotto della creazione continua di materia e non “è” il risultato di una mega esplosione primordiale. Ci sono, “semplicemente”, idee diverse su come spiegare determinati fenomeni.
Ancora una volta, il testo dell’articolo si orienta verso questa direzione ma il suo presupposto rimane concettualmente sbagliato, e un lettore non a conoscenza di (fondamenti di) epistemologia è indotto ad avere una falsa rappresentazione di quale sia il ruolo della Scienza.
Certo, si potrebbe eccepire, alla fin fine tutto questo è solo un esercizio di pedanteria. Alla fin fine che male può fare un titoletto mal pensato?
La risposta in un proverbio (immancabilmente) orientale: mille niente uccisero l’asino.
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