PC Professionale n.109
Pecunia non olet, i soldi non puzzano, dicevano gli antichi, e così quella internet ricettacolo di lussuria e delinquenti ora è diventata – grazie al trading on line – il luogo preferito di pensionati, casalinghe e varia umanità, desiderosi di moltiplicare in un battibaleno i propri risparmi acquistando o vendendo al momento giusto i titoli azionari più disparati.
Scherzi a parte, la maggiore facilità di giocare in borsa raggiunta grazie all’internet attira un numero sempre crescente di persone, secondo un rapporto di proporzionalità inversa alla loro dimestichezza con le tecnologie ICT. In altri termini, ci sono più utenti che in media sono meno alfabetizzati e dunque più esposti al rischio di “brutte sorprese”.
In modo particolare questo riguarda la regolarità della gestione degli ordini di acquisto e vendita sul mercato americano. Quando – utilizzando un servizio di trading on line – un utente “piazza” la sua richiesta, la transazione è veicolata elettronicamente dal gestore italiano fino al borker americano che, sempre in automatico, la immette sul mercato delle contrattazioni. E qui casca l’asino, perché potrebbe verificarsi il caso che il broker abbia settato i propri sistemi in modo da dare la precedenza agli ordini che gli “rendono” di più. In pratica, questo significa che se Tizio impartisce un ordine di acquisto del valore di 100 prima di Caio – che invece “offre” 10.000 – sarà quest’ultima transazione ad essere gestita per prima.
Ovviamente questa è soltanto un’ipotesi, ma è esemplificativa di quello che potrebbe accadere avendo a che fare con operatori non correttissimi.
Un’altra possibile fonte di problemi è costituita dallo spam di informazioni finanziarie, che qualcuno potrebbe essere tentato di prendere in seria considerazione, rischiando di perdere somme anche notevoli. Destino che si potrebbe compiere anche “prestando fede” a siti o servizi di consulenza che pur non essendo afferenti a SIM, broker e via discorrendo si presentano ambiguamente come tali.
Come premunirsi, dunque? Non ci sono risposte precise, ma bisogna, come sempre, far ricorso ad un po di sano buon senso.
Quando si ha a che fare con un borker straniero è opportuno leggere attentamente il contratto (o farsene inviare una copia se non è disponibile on line) per verificare se è indicato il modo in cui sono gestite le transazioni. Oppure, rivolgersi alla propria SIM richiedendo una garanzia specifica sull’imparzialità del modo in cui vengono gestiti gli ordini.
Per quanto riguarda la posta elettronica, è buona regola non prendere in considerazione messaggi non sollecitati che segnalano investimenti allettanti, mentre per i siti e più in generale per i servizi on line, è bene rivolgersi alla CONSOB (http://www.consob.it) o alla propria SIM per acquisire maggiori informazioni.
Se poi il servizio è all’estero, a meno di non avere ottime garanzie di serietà e affidabilità, e meglio lasciar perdere e investire i propri soldi in un buon libro.
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