Il nuovo diritto d’autore uccide l’Open Source
di Andrea Monti
Tutti i diritti riservati Apogeonline 2000
Approvata sotto silenzio alle porte dell’estate, la riforma della legge sul diritto d’autore rischia di sconvolgere completamente le forme di distribuzione del software, mettendo a rischio la sopravvivenza dello sviluppo open source.
Siete appassionati di sicurezza e volete studiare i sistemi di protezione dei software confrontandovi con la comunita’ del settore? Avete realizzato un software GPL e intendete distribuirlo? Volete capire “come funziona” un decoder per PAY-TV per realizzarne una versione software? State lavorando per testare la sicurezza di un algoritmo crittografico “sbandierato” come super sicuro dalle case produttrici? Bene: siete dei criminali che meritano fino a quattro anni di carcere e multe milionarie.
Questo dice la nuova legge sul diritto d’autore, approvata in fretta e furia lo scorso 26 luglio, che inasprisce in modo stupido le sanzioni penali previste per la duplicazione abusiva, crea un monopolio protetto da norme penali sullo sviluppo di sistemi di sicurezza e crittografia e impone una “schedatura” presso le Questure di tutti coloro che sviluppano o distribuiscono opere protette e quindi anche software. Come se non bastasse, anche sui programmi dovra’ essere apposto il famigerato “bollino SIAE” che – è bene ricordarlo – deve essere acquistato, e questo anche per chi ha scelto di non iscriversi a questa associazione. Per di piu’ il bollino diventa “marchio di qualita'” per l’opera dell’ingegno: in altri termini se il vostro software ha il bollino allora vale qualcosa, se no è carta, pardon, codice, straccio.
Insomma, un duro colpo alla comunita’ Open Source che vedra’ fortemente limitato il proprio modo di lavorare e contribuire allo sviluppo del free software (ovviamente i parlamentari che hanno approvato la legge non sanno nemmeno di cosa si tratti). Quanti avranno tempo e voglia di perdersi nei meandri della burocrazia per ottenere iscrizioni in albi o “bollini blu”? Quanti si troveranno “ispezionati” dalle forze dell’ordine perche’ non hanno “denunciato” la propria esistenza e dunque non sono nella “lista dei buoni”?
La situazione era gia’ stata denunciata l’anno scorso da ALCEI (http://www.alcei.it) e risollevata, manco a farlo apposta, in un comunicato diffuso dall’associazione il 25 luglio scorso nel quale si auspicava un ripensamento del legislatore. Che invece, anche e soprattuto per via della fortissima pressione esercitata dalle lobby di settore, si è precipitato ad adottare un testo di legge inutilmente vessatorio, fuori dal tempo e dalla storia, e di profonda incivilta’ giuridica. Da tenere a mente, quando il prossimo parlamentare si ergera’ a “paladino di turno” della Rete. Bastera’ chiedergli “lei dov’era quando hanno approvato la legge sul diritto d’autore?”
Il comunicato di ALCEI
Le modifiche introdotte alla legge sul diritto d’autore
Possibly Related Posts:
- Webscraping e Dataset AI: se il fine è di interesse pubblico non c’è violazione di copyright
- Le sanzioni UE ad Apple e Google aprono un altro fronte nella guerra contro Big Tech (e incrinano quello interno)
- Il caso Crowdstrike rivela le cyber-debolezze Ue
- GDPR e OpenAI: quanto sono fondate le accuse del Garante?
- L’ AI open source non è un crimine e non aiuta i criminali