di Andrea Monti – WebMarketing Tools n.39/01
L’aumento dell’ampiezza di banda disponibile – a costi ragionevoli – anche per gli utenti finali consente la realizzazione di servizi difficilmente concepibili anche solo pochissimo tempo fa. Ma chi vuole trarre un effettivo vantaggio da un sistema di broadband internet deve confrontarsi con scelte architetturali e tecniche di non banale rilievo. Una di queste riguarda la gestione distribuita dei contenuti, che serve ad ottimizzare le prestazioni della trasmissione selezionando il computer più vicino all’utente e quindi riducendo hop, attese e quant’altro. In pratica il sistema funziona in questo modo (mi perdonino i tecnici per la mostruosa semplificazione): un utente si collega ad un server il quale, prima di restituire i contenuti richiesti, provvede ad identificare la collocazione geografica di chi accede alla risorsa. A questo punto, seleziona il content server più vicino al quale indirizza la query.
Si, ma la legge che c’entra?
Presto detto.
In primo luogo, è evidente che un progetto di gestione distribuita di contenuti richiede accordi con svariati soggetti di svariate nazioni. Il primo problema da risolvere, dunque, riguarda la creazione di una contrattualistica che definisca in modo rigoroso i requisiti e tecnici del sistema e standard operativi. Questo è importante perché in caso di trasferimento di personale da un luogo ad un altro si minimizza il tempo di “adattamento” alla nuova realtà.
In secondo luogo bisogna tenere presente la normativa locale in relazione alla diffusione di contenuti. In altri termini, considerato che il cuore del sistema è la “clonazione” del materiale da diffondere, potrebbe verificarsi che certe cose perfettamente legittime in Cina siano vietate negli USA.
Un altro elemento riguarda la tutela della proprietà intellettuale e in particolare il pagamento dei diritti alle varie royalty collect agency (SIAE & C)se l’oggetto dell’attività è streaming o download di opere protette dalla legge sul diritto d’autore.
La distribuzione online di opere tutelate, infatti, può essere regolata (come in Italia, dalla SIAE) da un’apposita licenza oppure no. Ma è comunque certo che i diritti devono essere assolti. Ora, mentre lo hosting “centralizzato” implica il pagamento del dovuto solo nel paese in cui si trova la macchina, un servizio broadband a contenuti distribuiti richiede la regolarizzazione dei diritti in ogni paese nel quale viene installato un server. Con la difficoltà aggiuntiva di dover tenere traccia in modo oggettivo ed attendibile del traffico generato e quindi consentire la quantificazione del dovuto.
Rimanendo sempre nell’ambito della proprietà intellettuale, è necessario verificare se non esistano accordi commerciali che inibiscono la diffusione di certi prodotti audiovisivi in determinate aree geografiche (problema di non banale portata, ad esempio, per il settore dei DVD).
Anche per quanto riguarda la legge sul trattamento dei dati personali ci sono delle considerazioni da fare. Se il servizio offerto è un pay per view non anonimo o comunque consente di associare la localizzazione dell’utente alla sua identità personale si dovrà anche tenere conto delle diverse regolamentazioni in materia e in particolare del fatto che la direttiva europea 95/46 e le leggi nazionali vietano, ad esempio, il trasferimento di dati personali verso paesi come gli Stati Uniti che non offrono adeguate garanzie normative a tutela del trattamento dei dati personali.
Anche la sicurezza, intesa nelle due accezioni come protezione dai malintenzionati e dai malfunzionamenti, è un capitolo da non trascurare. Non si tratta soltanto di proteggere singole macchine ma l’intero sistema e quindi, ancora una volta, dover fare i conti con leggi diverse e differenti livelli di cultura e sensibilità di magistrature e forze dell’ordine. Oltre che con rischi di interruzione dei servizi, blocchi dei sistemi e tutto il repertorio dei guai che affligge ogni utente di computer. In questo senso si rivela strategicamente importante la stipulazione di minuziosi contratti di assistenza e manutenzione.
E alla fine di tutto questo, se ancora avete voglia di lavorare con la broadband, potrete finalmente veicolare urbi et orbi tutti i contenuti del vostro repertorio.
A condizione di averli, ma questa è un’altra storia.
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