Si moltiplicano i messaggi pubblicitari e le comunicazioni via mail che, in modo più o meno diretto, usano il COVID-19 come elemento narrativo. Non “faccio nomi” perchè mi interessa provare a classificare le strategie adottate dalle varie agenzie di pubblicità e dai “marketing-fai-da-te” piuttosto che “dare voti” a questo o a quell’esercizio di ipocrisia commerciale.Un filone comunicativo è quello basato sul tema “andràtuttobene” (che tradotto in Inglese somiglia, non troppo stranamente, a “Everything is gonna be alright” di Bob Marley. Alcune idee sono migliori di altre, ma la scelta è chiara: cercare di limitare la depressione che disincentiva all’acquisto trasmettendo speranza.
Gli operatori telefonici hanno scelto un doppio stilema: da un lato capitalizzano gli effetti mitigatori della quarantena resi possibili dalle reti mobili e internet. Dall’altro offrono giga di traffico per “sostenere il lavoro”.
E’ interessante il modo in cui le case automobilistiche – la cui esistenza è legata allo spostarsi – hanno affrontato il tema. Il tratto comune della loro comunicazione è “compra ora, perché quando tutto ricomincerà potrai goderti la tua nuova macchina”.
Un altro filone sfrutta quello che è diventato il luogo comune del momento (gli operatori sanitari “eroi”) cercando un “agganciamento” del prodotto con queste figure. Non speranza, dunque, ma emozione giocata sul filo del “gli eroi sono altri”.
Più sottile – quasi impercettibile – è la scelta di come comunicare prodotti farmaceutici e integratori alimentari legati ai malanni stagionali. Nessuno si sogna minimamente anche solo di lasciar intendere che un’antinfluenzale possa essere utile nel combattere il COVID-19. Ma la pubblicizzazione di un prodotto come rimedio per tosse e febbre “di stagione” ha comunque un effetto molto potente vista la diffusa percezione che questo virus provochi “poco più di un’influenza”.
Si può discutere sulla opportunità di usare il COVID-19 come leva pubblicitaria, ma va detto che – almeno sino ad ora – il tema è stato trattato dalle agenzie di advertising con delicatezza e attenzione.
Non si può dire lo stesso, invece, per l’uso delle DEM.
Arrivano messaggi francamente irritanti che con la scusa del virus ci informano di essere sempre raggiungibili anche online per consentirici di acquistare i loro prodotti, o che – l’ultimo mi è appena arrivato da una nota software house – si scusano perchè per colpa del virus hanno dimenticato di aggiungere allo spam appena inviato altre “vantaggiose offerte”. Una menzione speciale va a uno che offre consigli di investimento a “prezzi popolari” (1.400,00 Euro il più costoso) ma “solo per poco tempo”.
E taccio sui tentativi di accaparramento di clientela a colpi di “consulenze legali gratuite in tempi di Corona virus”. Per gli avvocati sono vietate dal codice deontologico, mentre individui e società che questi vincoli non li hanno aggrediscono il mercato con le mani libere e senza alcun controllo.
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