Come già ai tempi dell’ingresso dell’Euro, dove in modo spregiudicato i prezzi vennero “adeguati” al tasso di cambio 1 Euro-mille Lire, in tempi di COVID-19 i prezzi dei beni primari si stanno alzando oltre la soglia del tollerabile.
Ovviamente non è in discussione il diritto degli imprenditori di fare profitto e adeguare i prezzi a fronte delle difficoltà che stanno incontrando ma, richiamando l’immortale Totò, “ogni limite ha la sua pazienza”.
E’ la replica di un comportamento predatorio che si approfitta dello stato di bisogno e che è ancora più inaccettabile in una condizione di sostanziale impoverimento delle fasce più deboli della società. Ed è la replica del disinteresse delle istituzioni, che si concentrano sul calmierare il prezzo delle mascherine piuttosto che adottare il pugno di ferro contro chi specula – letteralmente – sulla fame delle persone.
E’ urgente interrompere questi comportamenti perchè di fronte alla durissima crisi economica che ci aspetta, la disponibilità a subire passivamente delle volgari speculazioni potrebbe terminare, innescando reazioni imprevedibili in termi di ordine pubblico e scatenando una nuova rivolta del pane.
Possibly Related Posts:
- Perché Apple ha ritirato la causa contro la società israeliana dietro lo spyware Pegasus?
- Le sanzioni UE ad Apple e Google aprono un altro fronte nella guerra contro Big Tech (e incrinano quello interno)
- La rottura tra Stati e big tech non è mai stata così forte
- Le accuse mosse a Pavel Durov mettono in discussione la permanenza in Europa di Big Tech
- Cosa significa l’arresto di Pavel Durov per social media e produttori di smart device