Come un’epidemia, il disordine pubblico dovrebbe essere fermato non appena comincia a manifestarsi. Non farlo significa lasciare che la pandemia sociale si diffonda fino al punto in cui solo una diffusa attività repressiva di polizia – e forse anche militare – sarà l’unica (non) soluzione per ristabilire la pace sociale.
Ci sono stati diversi fatti allarmanti nelle ultime settimane. A Palermo venti persone hanno assalito un supermercato, a Bari dei criminali hanno derubato un trasporto di cibo, a Pescara un giovane senza fissa dimora ha assalito una signora di 63 anni e le ha rubato la borsa della spesa e a Milano i rider che consegnano il cibo sono vittime di aggressioni e furti della merce che trasportano. Inoltre, i media hanno registrato un aumento di truffe e frodi varie legate al COVID-19.
Il copione di questo scenario è simile alla reazione alla pandemia: una prima sottovalutazione del problema, un progressivo aumento dei casi senza una reazione rapida, una insufficiente applicazione dei provvedimenti di distanziamento sociale e una disperata ricerca di spazi, di attrezzature e di persone per curare quelle gravemente colpite dal virus.
Per quanto riguarda le questioni di ordine pubblico, l’Italia è ancora alla fase uno: sottovalutazione iniziale dei segnali. Purtroppo – e in modo inquietante – il Governo non sta facendo nulla per cambiare il suo approccio simil-pandemico.
Come nel caso della pandemia, dunque, le conseguenze saranno un aggravamento dello stato di emergenza e non sarà improbabile, quindi, che Polizia di Stato ed Esercito dovranno pattugliare le strade sorvegliando la gente senza distinzione tra disperati, criminali e “ribelli professionisti”.
Un distopico – oltre che “teorico della cospirazione” – potrebbe sostenere che questo fa parte del “Grane Piano” per “cambiare l’ordine mondiale”: prima si lascia che la crisi sociale esploda e poi si giustifica l’uso (normalmente non consentito) di leggi speciali privando così i cittadini delle loro libertà.
Il Governo, però, non sembra così intelligente, e c’è una spiegazione più probabile e drammaticamente semplice, che si chiama “politica dello struzzo”.
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