Nella puntata del 16 febbraio di Focus Economia, la rubrica economica di Radio24, l’amministratore delegato di Conad, Fracesco Pugliese, ha fatto il punto sullo stato di salute della grande distribuzione in Italia.
Parlando degli aspetti problematici di questo settore, Pugliese ha evidenziato quella che ha definito “concorrenza sleale” dei siti di e-commerce che si avvantaggiano del fatto di essere aperti 24 ore al giorno e di non avere obblighi analoghi a quelli degli esercizi “fisici”. E invoca l’emanazione di regole che riportino in equilibrio la concorrenza fra i due sistemi di distribuzione, quello fisico e quello digitale.
La posizione espressa da Pugliese è comprensibile ma non accettabile.
Come nella scena memorabile che apre The Hitchhiker’s Guide to the Galaxy, 1 dove mentre le ruspe distruggono la casa del protagonista “rea” di occupare il tracciato di una nuova strada, i Vogon distruggono l’intero pianeta per fare spazio a una nuova autostrada galattica, quello che l’e-commerce sta facendo alla grande distribuzione non è altro che – su scala più grande – quello che la grande distribuzione ha fatto ai piccoli esercizi.
Siamo di fronte, in altri termini, all’ennesimo passo verso l’accorciamento della catena distributiva che produce, come effetto collaterale, il mutamento di modelli commerciali e organizzativi. Così come abbiamo dovuto accettare i cambiamenti indotti dalla digitalizzazione e dall’internet nel mondo del lavoro, così certi comparti economici devono prendere atto della loro inadeguatezza a gestire il presente, e cambiare il modo di operare. Oppure accettare – semplicemente – di scomparire lasciando posto ad altre forme di impresa.
Benchè Pugliese indichi delle condivisibili strategie di contrasto allo strapotere dell’e-commerce, come per esempio l’accentuazione della diffusione dei negozi di prossimità (il mercato sotto casa, per capirci) o l’incremento dei servizi associati alla “spesa” pura e semplice, non nascondo che fa un certo effetto immaginare che in piazza contro l’e-commerce scendano, per la prima volta fianco a fianco, lavoratori e imprenditori travolti da un mutamento storico che vuole il suo tributo di “vittime” in termini di perdita di posti di lavoro e di imprese.
L’aspetto singolare che emerge dall’intervista a Pugliese è che la rivoluzione digitale non risparmia niente e nessuno. Fino a quando i “nuovi barbari” se la prendono con i servi della gleba, poco male. Nel castello tutti continuano a vivere felici e contenti perché nessuno potrebbe mai pensare di subire la stessa sorte dei paesani che vivono alle pendici della rocca. Poi, ad un certo punto, qualcuno si accorge che non è così: dopo i servi, i barbari “vogliono” anche i padroni, che però non si erano resi conto di quello che stava accadendo loro.
Fuor di metafora, rimanere in uno stato di continuo “denial”, l’irrazionale rifiuto di accettare la realtà, non ferma i mutamenti strutturali indotti dall’evoluzione tecnologica. E come in ogni ecosistema nessun organismo ha il diritto divino alla sopravvivenza, così nel mondo delle imprese non esiste (o non dovrebbe esistere) un diritto a conservare la propria condizione, a danno dell’evoluzione di costumi, abitudini e strumenti di interazione.
C’è dunque da sperare che l’invito di Pugliese – applicare il “9-to5” anche ai servizi online – cada nel vuoto, e che nessun parlamentare in cerca di voti e gloria si inventi una “fantasiosa” leggina per troncare le gambe al commercio elettronico.
- II titolo italiano del libro e del film è “Guida galattica degli autostoppisti” ma è una traduzione sbagliata. Quella corretta è “La guida della Galassia per l’autostoppista” ↩
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