Quella che segue è la prefazione di Codici nascosti il primo e-book italiano sugli impatti politici della crittografia nel nostro paese.
Prefazione
Ho scritto Segreti, spie, codici cifrati – insieme a Corrado Giustozzi ed Enrico Zimuel – più di dieci anni fa e, ora che il libro è fuori catalogo, avevo pensato di pubblicarlo nuovamente, magari con qualche piccolo aggiornamento. In realtà, come sempre succede in questi casi, il libro si è impadronito dell’autore e ha preso una forma diversa e autonoma rispetto al progetto originario.
Segreti, spie, codici cifrati (brutto titolo ma che secondo l’editore di allora avrebbe “venduto” meglio di altri) è stato per molto tempo un punto di riferimento per chi voleva capire non solo e non tanto la matematica della crittografia, quanto il suo impatto nella vita di ognuno di noi, dalla tutela dei diritti civili a quella del conto corrente, dalla protezione della privacy al diritto di difendersi in tribunale. Contiene tutt’ora informazioni interessanti – specie dal punto di vista della storia della politica italiana di settore – ma è inevitabilmente datato sia in termini di pura cronaca (il libro venne pubblicato nel 2000), sia dal punto di vista dell’analisi delle (non) scelte politiche compiute dal legislatore italiano.
Alla fine degli anni ’90 del secolo scorso l’Italia si trovava in una condizione di estrema vulnerabilità culturale rispetto alle tecnologie dell’informazione (condizione che non è cambiata, peraltro, con il passare del tempo). Il mondo delle BBS (Bulletin Board System) 1 che ha costituito lo scheletro invisibile della telematica italiana cominciava ad essere cancellato dall’avvento dell’internet commerciale. Il numero di utilizzatori di servizi internet cresceva di anno in anno (anche se non in modo “esponenziale” come si ostina(va)no a ripetere “esperti” e giornalisti).
Ma non cresceva allo stesso modo la consapevolezza nell’utilizzo degli strumenti (computer, sistemi operativi, software) che rendevano possibile una comunicazione decentralizzata e su scala planetaria. Si è trattato dunque di un fenomeno cresciuto in modo confuso e disordinato, mal compreso dagli “esperti” del settore e ancor meno padroneggiato da politici e uomini di potere.
Le cose non sono state diverse per la crittografia. Da materia astrusa, frequentata da matematici e spioni o, all’altro estremo, da appassionati di enigmistica, grazie alla diffusione dell’internet la scienza dei codici segreti è diventata una presenza spesso invisibile ma costante nella vita quotidiana di ciascuno di noi.
Capirla e capirne le implicazioni sociali è un modo per essere cittadini più consapevoli – e più liberi.
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