Come funziona veramente la Differential Privacy di Apple

Apple ha recentemente presentato un approccio alla tutela della privacy nel trattamento dei dati degli utenti. Ma la Differential Privacy ha poco a che vedere con la riservatezza delle persone
di Andrea Monti – Key4Biz.it del 12 dicembre 2017 Continue reading “Come funziona veramente la Differential Privacy di Apple”

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L’errore di fondo delle tre leggi della robotica (e di chi vuole applicarle)

Nel 1950 Isaac Asimov pubblica Runaround, un racconto breve nel quale compaiono per la prima volta le famose “tre leggi della robotica”, oggi diventate l’artificio retorico citato a sproposito dagli “esperti” di “intelligenza artificiale” e “robotica intelligente”.

Le Leggi di Asimov sono una brillante invenzione letteraria ma, dal punto di vista giuridico, sono viziate da un presupposto sbagliato, e cioè che i robot possano avere il libero arbitrio.

Basta leggerle con un po’ di attenzione per rendersi conto dell’equivoco: Continue reading “L’errore di fondo delle tre leggi della robotica (e di chi vuole applicarle)”

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Caso IKEA. Il licenziamento non è colpa dell’algoritmo, ma del “diritto a consumare”

di Andrea Monti – Key4Biz.it del 30 novembre 2017

Commentando il caso della lavoratrice IKEA licenziata per inosservanza degli orari di lavoro, la FILCAMS-CGIL di Milano dichiara che

“Nella grande distribuzione si fa sempre più fatica a conciliare i tempi di vita e di lavoro, in particolare per le donne … Ed è anche una questione legata ai temi dell’innovazione: i tempi di lavoro sono decisi da un algoritmo e non tengono conto delle istanze dei lavoratori. …”.

Siamo di fronte all’ennesima variazione sul tema “è stato il computer”, mantra della deresponsabilizzazione dei nostri tempi, che attribuisce al software delle responsabilità che non ha e non può avere. Continue reading “Caso IKEA. Il licenziamento non è colpa dell’algoritmo, ma del “diritto a consumare””

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Windows 10 mal-tratta i nostri dati personali?

Il Garante dei dati personali olandesi ritiene che Windows 10 non rispetti la legge nazionale a tutela dei dati delle persone. E’ veramente così?
di Andrea Monti – PC Professionale novembre 2017 Continue reading “Windows 10 mal-tratta i nostri dati personali?”

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Chi è il padrone del rumore?

Se è intuitivo che un “campione” di musica possa essere protetto giuridicamente, non è così per la creazione del modello virtuale di un microfono o di un amplificatore.
di Andrea Monti – Le regole della musica – Audioreview maggio 2017 Continue reading “Chi è il padrone del rumore?”

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Il Fatto Quotidiano: usare software proprietario nella PA non va bene. Ma se ne accorge con diciotto anni di ritardo

Un articolo de Il Fatto Quotidiano a firma di Marta Maggiore, denuncia mali e pericoli dell’uso di software proprietario nella pubblica amministrazione.

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“Colpa dell’algoritmo”: Il nuovo mantra della deresponsabilizzazione

Computer says no! – il computer dice no! è il mantra che uno dei personaggi di Little Britain, Carol Beer, la bancaria incapace dall’intelligenza artificiale ripete ogni volta che un cliente le pone una domanda fuori dagli standard. Chi – come me – è vecchio abbastanza, ha perso il conto delle volte nelle quali lo sportellista di un ente pubblico o di un’azienda privata rispondeva in termini – e toni – analoghi a quelli di Carol Beer: il computer dice di no, è colpa del computer, il computer non prevede questa ipotesi… tutte forme di deviazione della responsabilità da quella del reale colpevole (chi ha validato l’analisi e la scrittura del software) a quella di una macchina che nella sua stupida rigidità non consentirebbe di fare quello che l’utente sta chiedendo. Un modo estremamente comodo per far sì che nessuno paghi per le inefficienze, i ritardi e le follie della burocrazia.

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Quale open source nella pubblica amministrazione? (un tuffo nel passato)

softwareNel 2002, quando insegnavo teoria dei sistemi informatici applicati alla didattica del diritto nella Scuola superiore per l’insegnamento secondario all’Università di Chieti, partecipai con questo intervento al ForumPA. Alcune cose si sono rivelate sbagliate, molte, esatte, troppe non ancora prese nella dovuta considerazione. Continue reading “Quale open source nella pubblica amministrazione? (un tuffo nel passato)”

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Internet of (no)Thing … and Your Chicks for Free

L’ennesima, inevitabile, bolla tecnologica prospera su tecnologie pericolose per l’individuo e sulla spregiudicatezza delle imprese
di Andrea Monti – PC Professionale, maggio 2016 Continue reading “Internet of (no)Thing … and Your Chicks for Free”

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Alterare benchmark e performance degli smartphone è illegale

Asus, Samsung, LG e HTC sono stati accusati di avere alterato i risultati dei benchmark. Apple alterò il funzionamento del primo iphone durante la prima “uscita”. La prassi sarà anche diffusa, ma quanto è legale?
di Andrea Monti – PC Professionale n. 272

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Corte di giustizia UE: è legittimo rivendere il software acquistato via internet

Con una sentenza innovativa, la Corte europea ha stabilito che il software usato può essere rivenduto senza violare la legge sul copyright, e che i DRM non possono limitare i diritti degli utenti
di Andrea Monti – PC Professionale n.257

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Chrome e Safari: un ballot screen anche su Ipad?

di Andrea Monti – PC Professionale n.256
L’annuncio dell’arrivo di Chrome per Ipad si riapre la “Guerra dei browser”. Apple subirà la stessa sorte di Microsoft?

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Corte di giustizia UE – Sent. C-128/11

La cessione in licenza a tempo indeterminato di un software, anche via internet, costituisce “esaurimento” ai sensi della direttiva 29/01. Ne consegue che il legittimo acquirente della licenza può cederla come “usata” dietro corrispettivo senza che il titolare dei diritti possa opporsi

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E’ possibile usare gli smartphone in azienda?

di Andrea Monti – PC Professionale n. 251
Le licenze d’uso e i termini di servizio delle applicazioni online rendono difficile – se non impossibile – usare gli smartphone in ambiente corporate

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Chi ci protegge dai padroni delle nuvole?

di Andrea Monti – PC Professionale n. 249
Icloud, l’annunciato servizio di storage e applicazioni remote targato Apple si “presenta bene” ma – come gli altri servizi del genere – pone seri problemi agli utenti.

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La strategia dell’imperfezione

di Andrea Monti – Nova IlSole24Ore del 10 settembre 2009

Il rilascio di nuovi sistemi operativi è sempre un evento che genera un misto di curiosità e preoccupazione. Da un lato, infatti, c’è l’attesa per vedere in opera nuove funzionalità. Dall’altro, c’è il timore per i problemi derivanti da incompatibilità con software applicativi e dalle carenze per il supporto hardware. E in un ambiente professionale sempre di più la prudenza nell’effettuare gli aggiornamenti è diventata una regola di sopravvivenza. Quando l’installazione di un sistema operativo diventa problematica, infatti, il total cost of ownership dell’infrastruttura IT aziendale aumenta sensibilmente. Basta pensare alle conseguenze derivanti dalla non disponibilità immediata di supporti a periferiche o dal “fermo tecnico” dei sistemi in attesa dell’ennesimo service pack.

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Giudice di pace di Firenze, sent. 5384/07

Vendita di un computer in “bundle” con il sistema operativo e altro software – diritto dell’acquirente al rimborso del prezzo del sistema operativo e dell’altro software in caso di mancata volontà di utilizzo – sussiste
L’acquirente ha il diritto di restituire il software precaricato al produttore del computer e di ottenere la restituzione della quota di prezzo relativa al materiale restituito.

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GPL 3 Nuova licenza, vecchi problemi

Linux&C n. 60 – di Andrea Monti
Il 29 giugno 2007 è la data di nascita della GPL3, la licenza che governerà i software sviluppati dalla FSF e da tutti coloro che sceglieranno di “sposare” la visione del mondo di Richard Stallman. Il rilascio di GPL3 è stato preceduto da roventi polemiche (ricordiamo quella innescata dal messaggio di Linus Torvalds che annunciava di non applicare questa licenza al kernel di Linux) che non sembrano destinate a spegnersi. I critici della nuova GPL, infatti, sono convinti che sia troppo restrittiva e che la GPL v.2 sia migliore, mentre chi supporta la nuova arrivata ne esalta le capacità di proteggere le creazioni dei programmatori in modo più flessibile ed efficiente. Per capire quale dei due partiti abbia ragione è necessario, innanzi tutto, andare alle fonti e leggere comparativamente i due testi.

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Novell, Microsoft e FSF… chi ha ucciso il free software?

Linux&C n. 56 – di Andrea Monti

Questo articolo analizza le implicazioni dell’accordo fra Novell e Microsoft da una prospettiva diversa rispetto a quella attualmente dominante nella comunità del free software che vede nel “patto con il diavolo” una fonte di pericoli per la “causa” del free software in generale e per i singoli sviluppatori in particolare. Sicuramente – sgombriamo il campo da ambiguità – questo accordo “non è una bella cosa”, ma piuttosto che lamentarsi del latte versato, sarebbe utile capire come si è arrivati a rovesciare il bricco sul fuoco. In altri termini: siamo sicuri che quanto accaduto sia colpa (se di “colpa” di si può parlare) esclusiva di Novell e che la comunità del free software sia esente da responsabilità?

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MINNESOTA SUPREME COURT – Dec. A06-1000/2007

A writ prohibition against a Court order granting – as addictional discovery – access to breath test device source code owned by the State, cannot be granted when evidence of non discoverability is not provided.

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La Corte di Cassazione e l’originalità del software

di Andrea Monti – PC Professionale n. 193

Il presupposto della tutela giuridica del software è sicuramente l’unicità del codice sorgente, anche se poi i programmi svolgono le stesse funzioni.
Continue reading “La Corte di Cassazione e l’originalità del software”

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Cass. Sez. I civile Sent. 581/07

L.633/41 – programmi per elaboratore – formulazione e organizzazione autonome rispetto a programmi analoghi – originalità – sussiste
L.633/41 – programmi per elaboratore – verifica dell’originalità – giudizio di fatto – sindacabilità in sede di legittimità per soli vizi di motivazione
La creatività e l’originalità sussistono anche qualora l’opera sia composta da idee e nozioni semplici, comprese nel patrimonio intellettuale di persone aventi esperienza nella materia propria dell’opera stessa, purché formulate ed organizzate in modo personale ed autonomo rispetto alle precedenti.
La consistenza in concreto di tale autonomo apporto forma oggetto di una valutazione destinata a risolversi in un giudizio di fatto, come tale sindacabile in sede di legittimità soltanto per eventuali vizi di motivazione.

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Miti e leggende sui brevetti software – Parte I

Linux&C n. 54
di Cristian Miceli (trad. e adattamento di Andrea Monti – per gentile concessione di ICTLEX BRIEFS
Questo articolo analizza alcuni luoghi comuni sulla brevettabilità del software che si sono generate attorno alla proposta di direttiva 2002/0047/COD sulla brevettabilità delle Computer Implemented Invention (CII) alla luce del contrasto fra Parlamento europeo e Commissione europea, e in rapporto alle attività dell’Ufficio europeo dei brevetti (European Patent Office – EPO).

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US Court of appeals 4th Circuit – Opinion 042566

This appeal, a part of the multidistrict class action antitrust litigation brought against Microsoft Corporation by 39 purchasers of Microsoft’s operating system software and applications software, presents the question whether 26 indirect purchasers have stated a claim upon which relief can be granted. See Fed. R. Civ. P. 12(b)(6). The district court granted Microsoft’s motion to dismiss their claims, concluding that because these 26 plaintiffs did not buy software directly from Microsoft, they were indirect purchasers who were barred from seeking recovery for illegal pass-through overcharges under the principles of Illinois Brick Co. v. Illinois, 431 U.S. 720
(1977). The court also found that they lacked standing to seek recovery for certain types of injury because the alleged injury did not constitute “antitrust injury,” was speculative, or was generalized and not specific to the plaintiffs. The court dismissed the plaintiffs’ equitable claims under the doctrine of laches.

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Quanto vale una GPL senza firma?

Linux&C n.49
Le licenze (GPL inclusa) non hanno valore se non sono firmate? Una sentenza del tribunale di Bolzano pone un problema serio che coinvolge il sistema di circolazione del software adottato sia in ambito libero, sia in ambito proprietario.

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YAOL (Yet Another Open License)?

Linux&C n. 48
Un problema serio derivante dall’adozione della GPL è la sua scarsa attitudine a produrre in tempi rapidi un ritorno economico per l’autore del software. I “sacri testi” dicono che liberando il software si innesca un mercato (altamente concorrenziale) per i servizi legati al software stesso. In questo modo il programmatore potrebbe guadagnare indirettamente dalla diffusione della sua creazione, compiendo, nello stesso tempo, un gesto di utilità sociale. Ma è anche vero che questa impostazione è figlia di un sistema economico-culturale come quello statunitense. Da quelle parti i “numeri” degli utenti potenziali, l’abitudine al concetto che il “servizio si paga”, e la deducibilità fiscale dei contributi privati erogati a favore di attività no-profit rendono certamente possibile praticare il modello del free software.

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Anche senza imballo o supporto il software non è illegale

di Andrea Monti – PC Professionale n. 171

Un tribunale analizza i metodi di licenza software in rapporto alle leggi sul copyright e stabilisce per la prima volta che il software privo di documentazione originale non è fuori legge.
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Negoziare un contratto di sviluppo software

Linux&C n.45

Negoziare un contratto di sviluppo software
di Andrea Monti

Le controversie che si verificano più di frequente nel settore dello sviluppo software riguardano l’incertezza nell’attribuzione dei diritti di proprietà intellettuale, il mancato rispetto dei termini di consegna del programma e la mancanza di accordo sulle funzionalità da implementare. La conseguenza di tutto questo è, nella migliore delle ipotesi, una riduzione del compenso pattuito o la perdita del cliente e, nella peggiore, una causa per inadempimento contrattuale e risarcimento danni. In questo articolo troverete una serie di suggerimenti per minimizzare i rischi di eventualità del genere.

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EC Court of First Instance – Order T-201/04R

Download the PDF from this site.

Originale text on the EC Court of justice website

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Trib. I grado CE Ord. T-201/04 R

Qui è disponibile il file in formato PDF

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Netfilter vs Sitecom. Linee guida per proteggere gli “scippi” di codice

Linux&C n. 41

La causa promossa dai responsabili del progetto netfilter/iptable contro la Sitecom, accusata di avere utilizzato questo software in violazione della GPL incorporandolo in un router WLAN è sicuramente destinata a rimanere una pietra miliare nella storia del software libero.
Il fatto in sé non è particolarmente nuovo: il mondo è pieno di soggetti che, più o meno in buona fede, “dimenticano” la GPL quando riutilizzano software libero per scopi commerciali. Ma nel caso di netfilter, i responsabili del progetto hanno deciso di non subire in silenzio e, dopo avere diffidato (inutilmente) la Sitecom le hanno fatto causa chiedendo, innanzi tutto, l’emanazione di un provvedimento di urgenza che blocasse la distribuzione del prodotto incriminato.

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La fuga dei sorgenti MS fra bufale e minacce per l’open source

di Andrea Monti – PC Professionale n. 157

Una porzione del codice sorgente di Windows finisce in rete e in molti si preoccupano delle eventuali vulnerabilità che si potrebbero scoprire.
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Il software libero a rischio di illegalità?

Linux&Co n.ro 37 – di Andrea Monti

La crociata contro la duplicazione abusiva scatenata dalle major dell’IT e dell’audiovisivo contro chi sviluppa applicazioni e servizi “fuori dal coro” – dai DVD player per Linux alla diffusione di informazioni sulle vulnerabilità dei sistemi – acquisisce nuovi adepti fra i produttori di hardware. Nello stesso tempo, nuove strategie di sviluppo del software “ispirate” dalle pubbliche autorità per esigenze di sicurezza e prevenzione dei reati, spingono alla creazione di software che limitano le possibilità di utilizzo da parte degli utenti.

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Il nuovo corso di Red Hat è veramente open source?

Linux&Co n. 36 di Andrea Monti

RedHat ha da poco annunciato una nuova strategia commerciale che – in sintesi – consiste nel tenere per sè lo sviluppo delle piattaforme dedicate al mondo business (RedHat Enterprise Linux – RHEL), lasciando alla comunità la gestione di un sistema operativo open source e “general purpose” chiamato “Progetto Fedora”[1].

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Min. innovazione Dir. 19 dicembre 2003

IL MINISTRO PER L’INNOVAZIONE E LE TECNOLOGIE
Visto il regio decreto 18 novembre 1923, n. 2440, recante «Nuove
disposizioni sull’amministrazione del patrimonio e sulla contabilita’
generale dello Stato»;
Visto il regio decreto 23 maggio 1924, n. 827, recante «Regolamento
per l’amministrazione del patrimonio e per la contabilita’ generale
dello Stato»;
Visto il decreto legislativo 24 luglio 1992, n. 358, recante «Testo
unico delle disposizioni in materia di appalti pubblici di forniture,
in attuazione delle direttive 77/62/CEE, 80/767/CEE e 88/295/CEE», e
successive modificazioni (con particolare riguardo al decreto
legislativo 20 ottobre 1998, n. 402, in attuazione delle direttive
93/36/CEE e 97/52/CE);
Vista la legge 7 agosto 1990, n. 241, recante «Nuove norme in
materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai
documenti amministrativi»;
Visto l’art. 12 del decreto legislativo 12 febbraio 1993, n. 39,
recante «Norme in materia di sistemi informativi automatizzati delle
amministrazioni pubbliche, a norma dell’art. 2, comma 1, lettera mm),
della legge 23 ottobre 1992, n. 421»;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 6 agosto
1997, n. 452, recante «Regolamento recante approvazione del
capitolato di cui all’art. 12, comma 1, del decreto legislativo
12 febbraio 1993, n. 39, relativo alla locazione e all’acquisto di
apparecchiature informatiche, nonche’ alla licenza d’uso dei
programmi»;
Visto l’art. 6 della legge 24 dicembre 1993, n. 537, recante
«Interventi correttivi di finanza pubblica», come modificato
dall’art. 44 della legge 23 dicembre 1994, n. 724;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 18 aprile 1994, n.
573, recante «Norme per la semplificazione dei procedimenti di
aggiudicazione di pubbliche forniture di valore inferiore alla soglia
di rilievo comunitario»;
Visto il decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 157, recante
«Attuazione della direttiva 92/50/CEE in materia di appalti pubblici
di servizi», e successive modificazioni (con particolare riguardo al
decreto legislativo 25 febbraio 2000, n. 65, in attuazione delle
direttive 97/52/CE e 98/4/CE);
Visto il decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 158, recante
«Attuazione delle direttive 90/531/CEE e 93/38/CEE relative alle
procedure di appalti nei settori esclusi», e successive modificazioni
(con particolare riguardo al decreto legislativo 25 novembre 1999, n.
525, in attuazione delle direttive 94/22/CE e 98/4/CE);
Visto l’art. 20, comma 8, allegato 1, punto 12 della legge 15 marzo
1997, n. 59, recante «Delega al Governo per il conferimento di
funzioni e compiti alle regioni ed enti locali, per la riforma della
pubblica amministrazione e per la semplificazione amministrativa»;
Visto l’art. 24 della legge 24 novembre 2000, n. 340, recante
«Disposizioni per la delegificazione di norme e per la
semplificazione di procedimenti amministrativi – legge di
semplificazione 1999»;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000,
n. 445, di approvazione del «Testo unico delle disposizioni
legislative e regolamentari in materia di documentazione
amministrativa (Testo A)»;
Vista la legge 27 dicembre 2002, n. 289, (legge finanziaria 2003),
ed in particolare l’art. 26, comma 2, lettera a);
Visto il decreto del Presidente della Repubblica in data 10 giugno
2001, di nomina del Ministro senza portafoglio per l’innovazione e le
tecnologie;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data
9 agosto 2001, concernente delega di funzioni del Presidente del
Consiglio dei Ministri al Ministro senza portafoglio per
l’innovazione e le tecnologie;
Visti i significativi sviluppi delle tecnologie dell’informazione e
della comunicazione ed in particolare il processo di produzione,
distribuzione ed evoluzione di programmi informatici che si basa
sulla disponibilita’ del codice sorgente aperto;
Considerati gli esiti dell’indagine conoscitiva sui programmi
informatici a codice sorgente aperto svolta dalla Commissione
appositamente istituita e composta da numerosi e qualificati esperti
delle pubbliche amministrazioni, del mondo accademico e del settore
delle imprese;
Ritenuto di dover fornire un indirizzo univoco relativo alle scelte
delle soluzioni per la predisposizione e per l’acquisizione dei
programmi informatici da parte delle pubbliche amministrazioni;

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La Pubblica Amministrazione italiana diventa licenziataria di Microsoft

di Andrea Monti – PC Professionale n. 152

Fa discutere l’accordo concluso tra Microsoft Italia e la Pubblica Amministrazione italiana per dare accesso ai sorgenti dei prodotti Microsoft.
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Brevettabilità del software. Le modifiche alla proposta di direttiva non cambiano in termini del problema

Linux&Co n. 35 – di Andrea Monti

L’approvazione del testo emendato[1] della proposta di direttiva sulla brevettabilità del software risalente allo scorso 24 settembre è stata possibile grazie a curiose trasversalità politiche[2] e ha suscitato reazioni abbastanza diverse. C’è chi – come Pietro Folena (appartenente, in Europa, al PSE, lo stesso raggruppamento politico della proponente McCarthy) – parla di “un risultato importante” e chi – Fiorello Cortiana – non si abbandona a facili entusiasmi promettendo di non abbassare la guardia.

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Sco vs IBM: Linux è fuori legge?

Linux&C n. 34 – di Andrea Monti

L’azione legale intentata da SCO Group (o, più correttamente, da Caldera che ha acquistato il glorioso marchio SCO) contro IBM lascia veramente molto perplessi. E sembra tanto un mezzo per risolvere tramite la via giudiziaria le difficoltà commerciali nelle quali versano, in generale, gli UNIX proprietari.

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EUCD. La fiera delle occasioni perdute

Linux & C n. 32 – di Andrea Monti

Da qualche tempo circolano in rete iniziative e petizioni per “fermare” la famigerata EUCD (European Union Copyright Directive). Ennesimo anello della catena normativa destinata a “legare” il diritto d’autore a un’interpretazione unilaterale, miope e lesiva dei diritti fondamentali della persona. Si tratta di iniziative che, per quanto ben animate e meritorie, sono purtroppo tardive e tecnicamente (dal punto di vista giuridico) poco efficaci.

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Prime impressioni sul rapporto della “Commissione Meo”

Interlex n.ro 258

La pubblicazione dei risultati del lavoro della Commissione Meo è un evento sicuramente centrale nello sviluppo di una cultura istituzionale dell’open source. Finalmente, a quasi quattro anni dal primo invito rivolto alle Istituzioni ad affrontare il tema (vedi E’ compito delle istituzioni pubbliche liberarci dalla schiavitù elettronica, presentato al Forum per la società dell’informazione voluto dalla Presidenza del Consiglio nel “lontano” 1999) un documento ufficiale traccia una linea guida e propone strategie a un interlocutore al quale, ora più che mai, si adatta l’antica sfida: hic Rhodus, hic saltus.

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Una causa fra Sco e IBM riporta Unix in tribunale e mette sotto accusa l’open source

di Andrea Monti – PC Professionale n. 145

Secondo Sco, Linux deve i suoi risultati alla cannibalizzazione di Unix incoraggiata da IBM che negli anni avrebbe investito a vantaggio delle proprie applicazioni su Linux
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Fiduciary License Agreement. Una gabbia per imprigionare il free software?

Linux&Co n.ro 31

di Andrea Monti

Lo scorso 4 febbraio la Free Software Foundation Europe ha rilasciato il Fiduciary License Agreement (FLA)http://www.fsfeurope.org/projects/fla/FLA-1.0.en.pdf, un contratto grazie al quale viene trasferita all’associazione una consistente parte dei diritti d’autore originariamente proprietà di chi ha sviluppato il software con licenza GPL. Lo scopo dell’iniziativa (in teoria) è garantire una più efficace protezione innanzi tutto del software libero e poi dei diritti dei singoli programmatori. Che, secondo la FSF Europe, ben difficilmente potrebbero far valere da soli le proprie ragioni in caso di abusi compiuti da terzi che riutilizzano illecitamente un software GPL[1].

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Qualche ipotesi di lavoro per la commissione open source.

Linux&Co n.ro 29

di Andrea Monti

Dopo più di tre anni dalla presentazione al Forum per la società dell’informazione presso la Presidenza del consiglio del documento “E’ compito delle istituzioni liberarci dalla schiavitù elettronica” (http://www.alcei.it/news/cs990128.html) e all’indomani del discutibile ddl Cortiana, e delle altre sconnesse “uscite” dell’opposizione (http://www.interlex.it/attualit/folena.htm http://punto-informatico.it/p.asp?i=42140) è il momento del Governo di cimentarsi sul tema “open source e PA”.
La risposta alle ripetute istanze della società civile arriva sotto forma dell’istituzione di una commissione “per l’open source” (http://www.interlex.it/pa/commissione.htm) della quale, come è noto, si conosce il nome del solo presidente (peraltro, una scelta di valore: il prof. Angelo Raffaele Meo). Mentre non si conoscono l’identità degli altri componenti e il funzionamento della neoistituita struttura, il che – detto per inciso – non mi sembra nemmeno sbagliatissimo. Visto il tema delicato, open source e PA, è facile immaginare che i componenti di questa commissione saranno bersagliati dalle azioni dei lobbisti più agguerriti. Una volta tanto, dunque, un po’ di anonimato potrebbe non guastare.
Questa legittima esigenza, però, non dovrebbe far venire meno la trasparenza nell’operato degli esperti. Sarebbe veramente un caso di triste umorismo involontario vedere una commissione per l’open source che tiene “chiuse” le informazioni che la riguardano.
Boutade a parte, tuttavia, la considerazione non è banale perché riguarda il modello (che si potrebbe definire, appunto “aperto”) di partecipazione al processo di formazione delle leggi e dell’indirizzo politico che uno Stato dovrebbe o potrebbe darsi. Ovviamente non sto vagheggiando improbabili (e pericolose) forme di democrazia diretta ma, più semplicemente, ipotizzo uno scenario nel quale – su questioni molto tecniche – le Istituzioni possano accedere al notevole patrimonio di conoscenza disponibile (gratis) sul territorio acquisendo informazioni e punti di vista che diversamente non avrebbero avuto o avrebbero dovuto pagare a caro prezzo. E che non si tratti di speculazioni teoriche lo ha dimostrato la pregevole iniziativa dell’AIPA che all’epoca delle normazione sulla firma digitale aprì delle vere e proprie consultazioni pubbliche per raccogliere l’opinione della comunità degli esperti.
Bene, questa commissione per l’open source potrebbe rappresentare un vero e proprio “laboratorio” per approfondire un metodo di lavoro già timidamente applicato in passato. Il primo auspicio, dunque, è che la commissione non lavori con quell’approccio arrogantemente esclusivo che sta caratterizzando altre importanti riforme. Come il recepimento delle direttiva sul commercio elettronico e sul diritto d’autore (sui cui problemi vedi “Provider e responsabilità nella legge comunitaria 2001” – http://www.alcei.it/documenti/cs020619_it.htm).

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Quali leggi per l’open source

di Andrea Monti

Mi sembra una necessità fondamentale che la pubblica amministrazione utilizzi sistemi operativi, applicazioni e formati trasparenti, compatibili, senza aggravi di costi per i cittadini e nel rispetto della loro privacy.

Continue reading “Quali leggi per l’open source”

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Dovresti fidarti del tuo venditore di software?

Linux&Co n.ro 30

di Andrea Monti

Trustworthy computing è lo slogan coniato dalla Microsoft per definire il “nuovo” approccio alla sicurezza che caratterizzerà le proprie future applicazioni. E che, per usare le parole di Umberto Paolucci, vice president della casa di Redmond, consiste nel raggiungere lo stesso livello di affidabilità del telefono o dell’elettricità tramite sistemi autogestibili, semplificazione nei processi di gestione e dando maggiore priorità alla sicurezza rispetto alla semplicità e all’introduzione di nuove funzioni [1] Superata la cortina fumogena delle “frasi a effetto”, però, è abbastanza evidente che la proposta è tutt’altro che nuova, innovativa, funzionale e coerente. Vediamo perché.

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First Instance Court Oslo (NO) Dec. 02-507 M/94

Oslo first instance court
May be published

7 January 2003 there was pleadings before the court in Oslo Court House to make a

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DPCM 296/02

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Vista la legge 22 aprile 1941, n. 633, concernente la protezione del diritto d’autore e di altri diritti connessi al suo esercizio;

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Era meglio non andare in vacanza!

di Andrea Monti

Oppure era meglio non tornare affatto. Se avessi saputo che prendermi qualche giorno di riposo avrebbe scatentato questo putiferio, me ne sarei guardato bene!

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Recepita la direttiva comunitaria sulla garanzia dei prodotti. Guai in vista per le software house

di Andrea Monti – PC Professionale n. 135

La copertura di garanzia sui prodotti per i consumatori viene estesa a due anni. La norma si applica sugli acquisti effettuati dopo il 30 giugno. Il Decreto Legislativo 2 febbraio 2002, n. 24 “Attuazione della direttiva 1999/44/CE su taluni aspetti della vendita e delle garanzie di consumo” è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 57 del 8 marzo 2002 – Supplemento Ordinario n. 40. Si tratta di un provvedimento molto importante perchè rivoluziona il regime giuridico della garanzia dei prodotti destinati ai consumatori, stabilendo l’estensione del periodo di copertura a due anni e responsabilizzando anche la catena distributiva per i difetti strutturali del prodotto.
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