Il dibattito pubblico sul contact-tracing è senz’altro giustamente concentrato sulla “oscurità” del modo di funzionare del software individuato dal Governo e sulle preoccupazioni – più che per la “privacy” – per il modo in cui verranno selezionati, raccolti e gestiti i dati dei cittadini.
A monte, però, ci sono due questioni che avrebbero richiesto qualche riflessione in più.
La prima, è quella sulla soluzione tecnologica individuata – o meglio, “benedetta” dal Governo italiano: il blutooth. Per giorni e giorni la narrativa più o meno tecnicamente competente aveva incoronato il blutooth come l’unico strumento in grado di realizzare un contact tracing efficace. Poi, qualche grillo parlante (in Inglese, e dunque purtroppo non intelligibile da queste parti dove il “no spik inglisc” è un vanto e non una vergogna) ha avanzato qualche dubbio sul fatto che, per esempio, la portata del blutooth è eccessiva e dunque può generare risultati inattendibili. Continue reading “COVID-19: Il contact tracing fra scienza e superstizione”
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