COVID-19: AGCOM, TG Leonardo e le parole in libertà

Sta facendo il giro della rete la non-notizia che un servizio di TGR Leonardo del 2015 parlava della creazione, in un progetto sino-americano, di un COVID estratto da un pipistrello e in grado di infettare direttamente l’uomo.

Benchè il video sia assolutamente originale e le informazioni corrette, l’effetto della sua “riesumazione” dalle teche della RAI ha provocato una marea di “telavevodettocheeracolpadeicinesi” o di condivisioni online che, più timidamente, si sono limitate alla pubblicazione del link senza ulteriori commenti (evidentemente, per potersi “difendere” nel caso il video fosse stato alterato o falso. Continue reading “COVID-19: AGCOM, TG Leonardo e le parole in libertà”

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COVID-19:l’apocrifo decreto-legge e il ritorno a Medioevo

In un altro passo del certamente apocrifo decreto-legge attribuito al governo si legge (fra parentesi le parti eliminate dall’ignoto estensore) che

ART. 3 – (Misure urgenti di carattere regionale o infraregionale)

1. Fermo quanto previsto dall’articolo 2, comma 2, le regioni, in relazione a specifiche situazioni sopravvenute di aggravamento (ovvero di attenuazione) del rischio sanitario verificatesi nel loro territorio o in una parte di esso, possono introdurre (ovvero sospendere), limitatamente a detti ambiti territoriali, l’applicazione di una o piu? delle misure di cui all’articolo 1, comma 2,

rincarando la dose al comma 2, dove questo potere viene attribuito addirittura anche al sindaco

2. Il Sindaco, negli stessi casi di sopravvenienze cui al comma 1, puo? introdurre ovvero sospendere nel territorio comunale, con propria ordinanza, l’applicazione di una o piu? delle misure di cui all’articolo 1, comma 2

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COVID-19: comportamenti e norme nella società vulnerata

Se venticinque anni fa Manlio Cammarata, occupandosi del rapporto fra legge e tecnologia scriveva della “società vulnerabile”, oggi quella definizione non ha più senso.

L’emergenza COVID-19 dimostra come la nostra società, più che “vulnerabile”, sia stata vulnerata. Vulnerata da una sistematica assenza di pensiero su come integrare in modo efficiente le tecnologie dell’informazione in un ecosistema sociale, politico e culturale. Continue reading “COVID-19: comportamenti e norme nella società vulnerata”

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COVID-19: l’apocrifo decreto-legge e la crisi della giustizia

Nelle scorse ore sono circolate molte bozze del nuovo decreto-legge COVID-19 annunciato ieri dal Governo ma il cui testo non è ancora disponibile (perlomeno, non sul sito di Palazzo Chigi).

Spero che il testo vero sia profondamente diverso da quello rimbalzato da una parte all’altra della rete che deve per forza essere apocrifo. Non si spiegherebbero altrimenti – per esempio –  norme scritte con scarsa attenzione ai principi del diritto penale e “amnistie” o “indulti” per i “furbetti della passeggiata”. Continue reading “COVID-19: l’apocrifo decreto-legge e la crisi della giustizia”

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COVID-19: perchè l’ “autocertificazione” non funziona

Nessuno, di questi tempi, ha voglia di ascoltare spaccamenti di capello in quattro da azzeccagarbugli. Ma quando questa vicenda sarà finita, i sopravvissuti dovranno farsi qualche domanda sul modo in cui la legislazione dell’emergenza (NON) ha funzionato, del rischio che hanno corso le istituzioni democratiche e di quanto il mostro della burocrazia non abbia rinunciato a pretendere i sacrifici che lo tengono in vita.

Il caso dell'”autocertificazione” del percorso e dei motivi che giustificano l’allontamento da casa è il caso più lampante. Continue reading “COVID-19: perchè l’ “autocertificazione” non funziona”

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COVID-19: per l’ “internet lento” gli utenti facciano la loro parte

Si moltiplicano le proteste per l’ “Internet lento” a colpi di petizioniarticoli di giornale, e puntuali quanto inevitabili inziative per “ottenere risarcimenti” che accusano operatori e internet provider di non fornire “abbastanza banda” in tempi di crisi e dunque di “rallentare lo smart-working”.

Le cose, evidentemente, non stanno in questi termini perchè, innanzi tutto, bisogna distinguere la rete (cioè l’infrastruttura di trasporto) dalle piattaforme (cioè dai servizi  fruibili da remoto) o – in altri termini – l’accesso, dai “siti”.  Se la rete “va veloce” ma i “siti” sono lenti perchè non riescono a gestire tutte le richieste di accesso, il problema è evidentemente dei secondi e non dei primi. Continue reading “COVID-19: per l’ “internet lento” gli utenti facciano la loro parte”

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COVID-19 e costituzionalità dell’azione di governo

Si moltiplicano le critiche sulla legittimità costituzionale dell’azione di governo per l’emergenza COVID-19 e anche in questo specifico settore circolano informazioni imprecise sulla arbitraria “sospensione dei diritti individuali” e sull’accentramento nelle mani dell’esecutivo di poteri (molto) forti.

Almeno sotto il profilo formale, va detto, le regole sono state rispettate perchè la sospensione di alcuni diritti fondamentali (libertà di riunione, di movimento, di insegnamento, di riunione e di attività d’impresa) è stata disposta con il decreto-legge 23 febbraio 2020 n. 6.

Il problema è, dunque, non l’assenza di un atto avente forza di legge, ma il fatto che con questo decreto – ricordiamolo, predisposto dal governo – esso si autoattribuisce mano libera sul come limitare i diritti in questione. Continue reading “COVID-19 e costituzionalità dell’azione di governo”

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COVID-19: fuorilegge l’app che traccia gli utenti?

Si moltiplicano le “app” per il tracciamento  degli utenti affetti da COVID-19 e anche in Italia – sembra – le istituzioni stanno valutando soluzioni analoghe mentre dei soggetti privati hanno già realizzato dei software di questo tipo.

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COVID-19: Nello sfogo di De Luca tutta l’indecisione di un Governo incoerente

Il Fatto Quotidiano pubblica uno sfogo del Presidente del Consiglio regionale della Campania, De Luca, il cui merito è assolutamente condivisibile, sia per quanto riguarda le misure da adottare, sia per quanto riguarda la denuncia della confusione che caratterizza i provvedimenti emessi dall’esecutivo (da ultimi – aggiungo – quelli relativi all’uso dell’esercito e alla possibilità di “fare sport” fuori casa, che deroga implicitamente al divieto stabilito dal DPCM 8 marzo 2020). Continue reading “COVID-19: Nello sfogo di De Luca tutta l’indecisione di un Governo incoerente”

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COVID-19, forze armate e scorciatoie

Scrive Repubblica.it che in Campania e in Lombardia verranno dislocati dei reparti dell’esercito per far rispettare le ordinanze sui divieti di spostamento. Nello specifico, evidenzia il quotidiano, che

114 unità di militari dell’Esercito di Strade Sicure verranno impiegate direttamente nel controllo delle misure di contenimento della diffusione del virus COVID-19

Fin qui nulla di strano, perchè il Testo unico della pubblica sicurezza prevede espressamente la possibilità per il Ministro degli interni di avvalersi anche delle forze armate in caso di stato di pericolo pubblico. Continue reading “COVID-19, forze armate e scorciatoie”

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Il corto circuito del diritto è il black-out della democrazia

Si moltiplicano (l’Abruzzo è solo l’ultimo in ordine di tempo) i casi di presidenti di Regione e sindaci che emettono ordinanze di contrasto all’emergenza COVID-19 limitando i diritti costituzionali dei cittadini, imponendo sanzioni amministrative e impiegando la polizia municipale come forza di sicurezza pur “nel rispetto della normativa”.

Sono provvedimenti illegittimi perchè solo una legge dello Stato, anche e sopratutto e in emergenza, può comprimerli. Governo e Parlamento non possono lasciar passare impunemente questo strappo costituzionale. Così facendo, legittimerebbero il concetto che in tempo di emergenza “comanda chi fa”, e poi – a bocce ferme – si discuterà. Continue reading “Il corto circuito del diritto è il black-out della democrazia”

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Chi decide cosa dice la legge, veramente?

Il GDPR non si applica agli ambiti della pubblica sicurezza e della sicurezza nazionale. Eppure le istituzioni europee – e tanti “esperti” – continuano a dire il contrario creando ostacoli burocratici all’adozione di misure urgenti, come il tracciamento degli spostamenti dei contagiati e la ricostruzione dei contatti.

I decreti della Presidenza del Consiglio vietano di uscire “per fare una passeggiata”, ma i giornali, in coro, scrivono il contrario. Continue reading “Chi decide cosa dice la legge, veramente?”

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COVID-19, “autocertificazione”, “autodichiarazione” e sanzioni penali

L’ “autocertificazione” o “autodichiarazione” che giustifica l’abbandono del proprio domicilio come atto da esibire in caso di controllo di polizia è uno dei crucci maggiori per i cittadini e per le aziende i cui dipendenti devono girare per interventi di manutenzione, consegne o per tutto ciò che richiede le correnti necessità produttive.

Benché,  per evitare di aggravare la già difficile condizione degli operatori di polizia che eseguono i controlli, sia opportuno esibire la documentazione richiesta, va tuttavia detto che  si tratta di un atto di discutibile valore giuridico e di scarsa utilità ai fini della prova di illeciti penali. Continue reading “COVID-19, “autocertificazione”, “autodichiarazione” e sanzioni penali”

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COVID-19 e sanzioni penali

Le sanzioni penali applicabili per violazione diretta o indiretta di norme legate all’emergenza COVID-19 afferiscono essenzialmente a tre ambiti:

  • mancato rispetto delle prescrizioni di cui ai DPCM 8, 9 e 11 marzo 2020,
  • violazione delle norme a tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro (D.lgs. 81/08),
  • violazione delle norme sul divieto di controllo a distanza dei dipendenti nel caso di telelavoro.

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COVID-19, “smartworking” e GDPR

Lavorare da remoto (che non ha niente di “smart”, detto tra parentesi) è una scelta conveniente dal punto di vista dell’azienda (che può tagliare costi organizzativi e rischi anche penali), un po’ meno da quello del dipendente che, in nome di una apparente “libertà” si trova, poco a poco, in un imbarbarito isolamento, simile agli arresti domiciliari, che ne accentua il ruolo di ingranaggio anonimo di un meccanismo più grande di lui. Continue reading “COVID-19, “smartworking” e GDPR”

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Problemi interpretativi della circolare ministeriale COVID-19

La Circolare N. 15350/ 117(2)/U f f I I I-Prot.Civ del Ministero degl interni affronta, in via interpretativa, il problema della possibilità di allontanarsi da casa per fare attività motoria e sportiva, stabilendo che: Continue reading “Problemi interpretativi della circolare ministeriale COVID-19”

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Forze armate e COVID-19

L’uso delle forze armate a supporto delle necessità di ordine e sicurezza pubblica è un passaggio inevitabile nella gestione di crisi nazionali.  Dunque, anche se non è (ancora) stato dichiarato dal Ministro degl interni lo stato di pericolo pubblico ai sensi dell’art. 214 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, a Novara è iniziato l’inserimento di reparti militari nell’apparato operativo di prevenzione-repressione. Continue reading “Forze armate e COVID-19”

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Il COVID-19 e l’enigma della passeggiata

Se la norma che consente di uscire di casa solo per esigenze di lavoro, stato di necessità o ragioni di salute si fosse limitata a queste prescrizioni, sarebbe stata abbastanza facile da applicare. Invece, la contemporanea e non coordinata possibilità di mantenere aperti determinati esercizi commerciali (poi limitati quanto a tipologia di attività) e i luoghi di culto ha indotto molti a pensare che fosse possibile uscire “a prescindere” se diretti verso uno di questi luoghi. Non è così perchè la permanenza di almeno uno dei tre requisiti previsti dal primo DPCM (quello 8 marzo 2020, richiamato dal successivo del 9 marzo 2020) è e rimane obbligatoria.

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L’inutile decreto sul trattamento dei dati particolari in regime di emergenza

L’art 14 del DECRETO-LEGGE 9 marzo 2020, n. 14 – Disposizioni urgenti per il potenziamento del Servizio sanitario nazionale in relazione all’emergenza COVID-19. (il cui testo riporto alla fine di questo post) è l’ennesima prova della percezione distorta dell’ambito di applicabilità della normativa sulla protezione dei dati personali.

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La crescita del contagio del Corona Virus non è esponenziale

Ieri sera, il ministro della salute, Speranza, ha dichiarato al TG4 che la diffusione del Corona virus è “esponenziale. In realtà non è così perchè “esponenziale” significa una cosa molto precisa, che non corrisponde ai dati resi pubblici dalla Protezione Civile. Inoltre, parlare di “crescita esponenziale” senza indicare l’esponente e specificare se è intero o frazionario, non consente a chi ascolta di capire qual è la reale “ripidità” della curva alla quale ci si riferisce. Infine, al più si può parlare di andamento esponenziale in rapporto a un tratto della curva, non certo rispetto alla curva in sè. A differenza di una funzione matematica, infatti, i dati sul contagio sono condizionati da variabili… che variano (quanti tamponi ho fatto ieri, quanti ne faccio oggi e quanti ne farò domani, su quale popolazione eseguo le analisi ecc. ecc.). In altri termini, l’andamento delle curve del contagio (al netto di tutte le questioni sulla composizione del campione) ha una (limitata) capacità descrittiva del passato, ma difficilmente può fornire indicazioni sul futuro.

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Virus, statistiques et jeux vidéo

Also available in English Disponibile anche in Italiano
Il me semble que la façon dont les statistiques du virus Corona sont utilisés dans cette phase d’hystérie mondiale n’aide pas à comprendre le scénario.

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Virus, statistiche e videogames

Also available in English – Virus, Statistics and Videogames

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TAR Lazio – Sez. I – Sent. 260/2020

I dati personali sono “asset” disponibile in senso negoziale, suscettibile di sfruttamento economico e, quindi, idoneo ad assurgere alla funzione di “controprestazione” in senso tecnico di un contratto.
Grazie ad Altroconsumo per la segnalazione. Continue reading “TAR Lazio – Sez. I – Sent. 260/2020”

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L’intelligenza artificiale e l’importanza del “neutro”

Un articolo di Simone Cosimi su Repubblica.it ripropone il vecchio ritornello de “il computer è piu’ forte di un umano a giocare a scacchi” nella variante “Go” (che è un gioco cinese, ma che il giornalista qualifica con i termini giapponesi a proposito di un giocatore coreano, pur essendo la “dama cinese” nota e giocata da secoli in Giappone e Corea).

Rigore semantico a parte, che un computer – o meglio, un software, possa essere più “forte” di un essere umano – non è una notizia. Lo sanno tutti quellli che, giocando a scacchi, si sono allenati con i tanti programmi, alcuni veramente eccellenti, disponibili per il grande pubblico. Come non è una notizia il fatto che i software siano così evoluti da mettere in difficoltà anche dei professionisti o addirittura dei campioni. Continue reading “L’intelligenza artificiale e l’importanza del “neutro””

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La Corte di giustizia UE riscrive (male) le regole dell’internet

Due sentenze ridefiniscono il “diritto all’oblio” e gli obblighi dei motori di ricerca creando più confusione che certezze
di Andrea Monti – PC Professionale n. 344 – Novembre 2019 Continue reading “La Corte di giustizia UE riscrive (male) le regole dell’internet”

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L’autodifesa del Leviatano funziona sempre allo stesso modo, a prescindere dal colore della livrea

L’ordine pubblico – cioè l’insieme delle condizioni che garantiscono la sopravvivenza del Potere – si gestisce solo in un modo: rimettendo i buoi nelle stalle. O, meglio, impedendo che i buoi possano comunicare fra loro e organizzare uno stampede grazie all’aiuto di “pastori privati”.

Facile scagliarsi contro Apple e Facebook quando “adempiono” alle richieste di governi “che violano i diritti umani”. Ma ora che gli stessi metodi – blocco da parte del gestore di una piattaforma della disponibilità di software utilizzati dagli attivisti – sono stati utilizzati dalla civilissima Spagna, qualcuno sanzionerà Microsoft per avere preso le parti di un governo legittimo contro i comportamenti dei “facinorosi protestatori”? Continue reading “L’autodifesa del Leviatano funziona sempre allo stesso modo, a prescindere dal colore della livrea”

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La privacy del pollice

Questo articolo de Il Fatto Quotidiano  è illustrato da una foto che ritrae un poliziotto della squadra mobile di Roma e un arrestato la cui immagine è sfocata. Non, come si potrebbe pensare senza vederla, sul viso che pure ha un’espressione ammiccante verso il fotografo, ma sulla mano che è atteggiata nella posa (il pollice alzato) universalmente diventata sinonimo di “mi piace”.

 

L’espressione del soggetto arrestato è inquietante perchè non è diversa da quella di una star che attraversa il red carpet di un festival cinematografico o di un campione sportivo che celebra una vittoria. E rinforza la percezione sbagliata – ulteriormente distorta da serie televisive – come Narcos e Gomorra – che ci sia un’estetica del male in nome della quale, commettendo gesti atroci, si può diventare famosi. Continue reading “La privacy del pollice”

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Gli utenti della rete non possono continuare a volere la botte piena e la moglie ubriaca

Un articolo di Riccardo Luna su Repubblica.it torna sul tema anonimato in rete, sostenenendo una tesi culturalmente e giuridicamente non condivisibile. Quella per la quale “abbiamo troppo poco anonimato” perche’ i primi 500 siti del mondo usano il “browser fingerprinting”.

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Segre, Luna e la differenza fra “curare” e “punire”

Riccardo Luna su Repubblica si associa al coro dei critici della proposta di imporre la carta di identità per accedere a piattaorme di social networking bollandola come “sensa senso” e invocando l’anonimato per proteggersi dai “regimi oppressivi”.

E’ la solita, ultraventennale, semplificazione sull’arogomento, già vecchia agli albori della rete, e  ampiamente superata dal concetto di “anonimato protetto” teorizzato anche da Stefano Rodotà – non certo in odore di “tirannia” – e che è il compromesso accettabile fra tutela della privacy e responsabilità giuridica.

E’ sicuramente sbagliato chiedere la carta di identità perchè ci sono sistemi più efficienti per riconoscere un soggetto – come lo SPID – per esempio, ma il principio rimane: e non lo stabilisce il politico di turno, ma l’art. 27 comma I della Costituzione: la responsabilità penale è personale.

Dopodichè, anche  Luna condivide la richiesta avanzata dalla senatrice Segre di “TSO per gli hater”. Non usano espressamente la parola “trattamento sanitario obbligatorio” nè il suo acronimo, ma ricorrono a un termine ancora più violento: “curare”. Continue reading “Segre, Luna e la differenza fra “curare” e “punire””

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No, chi sostiene idee diverse, per quanto rivoltanti, non va “curato” ma combattuto con idee sane

Titola Repubblica.it : “Minacce social a Liliana Segre, indaga la procura di Milano. La senatrice: “Gli odiatori vanno curati”

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Chiara Ferragni e Fedez: la tutela della loro reputazione non “cede” davanti ai social network

Secondo Repubblica.it, Il pubblico ministero di Roma ha chiesto l’archiviazione della querela presentata da Chiara Ferragni e Fedez per l’asserita diffamazione commessa da Daniela Martani su Facebook

con la motivazione che sui social si scrive “fuori da qualsiasi controllo”, anche utilizzando “termini scurrili”. Il reato di diffamazione non si configurerebbe, quindi, perché il contesto dei social in genere “priva dell’autorevolezza tipica delle testate giornalistiche o di altre fonti accreditate tutti gli scritti postati su internet.

Se quanto riporta il quotidiano romano è vero, il ragionamento del pubblico ministero non convince. Continue reading “Chiara Ferragni e Fedez: la tutela della loro reputazione non “cede” davanti ai social network”

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Un post poco interessante, o un atto di censura automatizzata?

Questo post su Linkedin:

“coglione” si può di e scrivere perchè fa parte del linguaggio della politica. Dal fronte dem la reazione del segretario Nicola Zingaretti alle parole di Di Maio e a quelle di Renzi è dura: “Non fa solo effetto, fa male, noi saremo molto responsabili e diciamo agli alleati che si può andare avanti ma nessuno ricominci a mettere bandierine su identità, perché gli italiani sono stanchi e non sono dei coglioni. Bisogna mantenere le parole sennò si arrabbiano e ci sarà una rivolta”. Dopo Silvio Berlusconi, anche Nicola Zingaretti utilizza, come elegante metafora, la parola “coglione” per definire, quello che “non sono” gli Italiani. Sembrano passati secoli da quando il linguaggio pubblico di Vittorio Sgarbi era stigmatizzato come volgare e inaccettabile. Che coglioni che eravamo…

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Skinner, la pubblicità e l’algoritmo

Questo articolo di Wired.it  perpetua il presupposto (sbagliato) sul quale si basa la profezia millenaristica autoavverante dei nostri tempi: un “algoritmo” capace di qualsiasi cosa, governerà ogni fase dell’azione umana compreso l’orientamento delle nostre scelte di consumo.

Per sostenere questa tesi – priva di riscontri oggettivi e documentati,ma alimentata dal “lo dicono tutti quindi è vero” – il giornalista di Wired intervista un paio di operatori del settore e da lì parte per generalizzare una conclusione che, allo stato, è vera per chi ci crede. Continue reading “Skinner, la pubblicità e l’algoritmo”

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Cass. Sez. II penale – Sent. 42022/19

Sono pienamente utilizzabili nel procedimento penale le videoriprese realizzate all’interno, all’esterno di un ufficio postale e in strada pur in mancanza dell’apposizione dell’avviso “area video sorvegliata” prescritto dal D.Lgs. n. 196 del 2003, artt. 11 e 13, in quanto la violazione della disciplina a tutela della privacy non può costituire uno sbarramento rispetto alle preminenti esigenze di accertamento del processo penale

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Cass. Sez. V – Sent. 42765/19

REPUBBLICA ITALIANA
In nome del Popolo Italiano
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
QUINTA SEZIONE PENALE

RITENUTO IN FATTO

1. Il Tribunale di Napoli, decidendo sulla richiesta di riesame avanzata da XXXXX avverso il decreto di convalida di sequestro probatorio emesso dal Pubblico Ministero c/o il Tribunale di Napoli in data 5 marzo 2019, ha disposto l’annullamento del decreto impugnato limitatamente a due I-Phone e ad un I-Pad sequestrati dal Commissariato di Napoli in data 2/3/2019 – previa estrazione di copia informatica del relativo contenuto – e rigettato nel resto la richiesta. Tanto, per aver ritenuto congruamente motivato il decreto del Pubblico Ministero ed esuberante il vincolo apposto sui beni per violazione dei principi di proporzionalità e adeguatezza. Continue reading “Cass. Sez. V – Sent. 42765/19”

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Cass. Sez. III Penale – Sent. 41604/2019

 Corte di cassazione – Sezione III Penale
Sentenza  n. 41604 del 10 ottobre 2019

REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE TERZA PENALE

composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

omissis

ha pronunciato la seguente

SENTENZA

  • sul ricorso proposto da XXXXX, nato a XXXX; avverso la sentenza del 15 novembre 2017 della Corte di appello di Torino;
  • visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
  • udita la relazione svolta dal consigliere Fabio Zunica;
  • udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale dott. Marco Dall’Olio, che ha concluso per l’inammissibilità del ricorso;
  • udito per la parte civile l’avvocato Fabrizio Mastro, che depositava conclusioni scritte e nota spese;
  • udito per il ricorrente l’avvocato Fabio Maria Cozi, sostituto processuale dell’avvocato Giacomo Francini, che si riportava ai motivi del ricorso e ne chiedeva l’accoglimento.

Continue reading “Cass. Sez. III Penale – Sent. 41604/2019”

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E’ ora di smettere di “vendere” solo la metà del GDPR

 

Questo articolo diAlessandro Longo su Repubblica.it perpetua una visione parziale e “preventiva” del #GDPR ispirata alla vecchia direttiva 95/46 piuttosto che alla nuova regolamentazione e sostiene una posizione che si traduce nella limitazione della libertà di ricerca.

Nello specifico, un conto è lanciare allarmi generici – anche condivisibili, nel merito – un altro conto è ritenere l’incompatibilità di una certa iniziativa con il GDPR senza avere elementi precisi e concreti su cosa sia stato effettivamente fatto. Dunque, è astrattamente possibile ipotizzare che una ricerca come quella di Megaface possa violare il GDPR, ma per dirlo ci vogliono le prove.

Il GDPR consente di fare ciò che si vuole, purchè si sia in grado di dimostrare il razionale della scelta e la sua conformità normativa. Dunque, se ci sono sospetti sul comportamento di un certo titolare, che si facciano le verifiche piuttosto che pubblicare lamentazioni. Continue reading “E’ ora di smettere di “vendere” solo la metà del GDPR”

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La laurea per influencer e i portatori sani di stupidità

Sarebbe facile fare battute facili o gridare allo scandalo. Piu’ difficile, invece, capire perchè siamo arrivati ad una scelta del genere – una laurea da “influencer” a giurisprudenza – e comunicata in questo modo.

Che il fenomeno degli “influencer” vada studiato – specie da chi si occupa di teoria e pratica della manipolazione del consenso – è certamente un fatto. E ben venga un corso universitario che avvia a questo percorso di conoscenza. Ho qualche dubbio, invece, sull’utilità di un corso per “influenzatori professionali”, il cui ruolo potrebbe piuttosto trasformarsi in quello di portatori sani di stupidità. Ma siccome non sono per nulla capace di fare previsioni corrette, questo corso sarà sicuramente un successo. Continue reading “La laurea per influencer e i portatori sani di stupidità”

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Un esempio concreto del perchè il GDPR non funziona e non può funzionare

Dunque, l’upgrade al nuovo sistema operativo di Apple , osx catalina provoca potenziale perdita di dati nella gestione dell’email. Nulla di strano, dal momento che tutti i sistemi operativi, al primo lancio, hanno semre qualche problema.

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Apple e l’ordine pubblico degli Stati sovrani

Apple rimuove dall’Appstore un software usato dai manifestanti di per tracciare la posizione delle forze di polizia. Il motivo è spiegato da Tim Cook in persona che con un memo indirizzato ai dipendenti li informa che:

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L’evanescenza delle “guidelines” e il DPR

Ieri, in un workshop organizzato dal Garante dei dati personali nell’ambito del progetto SME Data, molti partecipanti che rappresentavano associazioni di categoria insistevano per poter avere “linee guida” per ottenere la “conformità normativa”, cioè farsi dire dall’Autorità come rispettare la legge.

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Sputare in faccia agli hacker fa figo

Onlife lo “show”di #Repubblica sul “futuro” – sigh! –  ospita l’intervento di un tale, Leonard Kleinrock i cui meriti (si deduce dalla sua biografia di Wikipedia) sono sostanzialmente quelli di avere contribuito, assime a moltissimi altri, allo sviluppo di Arpanet, dice una serie di banalità come quella

del rischio di un “internet balcanizzato”, dove gli hacker “persone folli, possono fare grandi danni. In futuro potremmo assistere a una rete nella quale ogni Paese protegge il proprio recinto senza poter più parlare con altri Paesi. Sarebbe una vergogna, sconfesserebbe la vocazione iniziale di internet, che invece dovrebbe restare un presupposto inalienabile.

Non discuto il diritto di questo signore di giocare a fare il tecnogeopolitico e di raccontare che “ai suoi tempi” succedeva questo e quello.  Ma la frase sugli hacker è culturalmente ignobile. Continue reading “Sputare in faccia agli hacker fa figo”

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Il cambiamento climatico e i danni della complessità

Un post sulla scarsa qualità dell’informazione sulla questione climate change e sul fanatismo disinformato degli ennesimi “salvatori del mondo” mi ha suggerito una riflessione ulteriore sulla impossibilità di praticare il messaggio di Luigi Einaudi: “conoscere per deliberare.”

Il cambiamento climatico è un argomento estremamente complesso e per dire di capirci qualcosa non basta qualche slogan ripetuto fino allo sfinimento o un bailamme di striscioni, cori e minacce. Breve: quanti, fra i “protestanti” e i politici daltonici che vedono tutto in #228B22 sanno veramente di cosa stanno parlando? Continue reading “Il cambiamento climatico e i danni della complessità”

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L’informazione poco professionale sul cambiamento climatico

La puntata del 28 settembre di Otto e mezzo, la trasmissione di approfondimentto trasmessa da LA7 e dedicata al tema del momento, la “crisi ambientale”, è l’archetipo di ciò che accade quando un tema è troppo complesso per essere compreso dai “comuni mortali” e di come le convizioni individuali e gli interessi personali – ma anche quelli  politici – rendano sostanzialmente impossibile assumere una decisione ragionata.

Non ci sono elmenti per sostenere che il fenomeno Thumberg sia stato costruito a tavolino da questo o quel gruppo di poteri occulti che popolano gli incubi di paranoici e complottisti. O che, al contrario, i “poteri forti” si siano coalizzati per impedire che le masse “in missione per conto di Dio” possano salvare il pianeta. Continue reading “L’informazione poco professionale sul cambiamento climatico”

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La Corte di giustizia europea, il GDPR e la giurisdizione

Con la sentenza relativa al caso C-507/17, la Corte di giustizia europea ha rilevato che

… dalla normativa non emerge che il legislatore dell’Unione abbia proceduto a tale bilanciamento per quanto riguarda la portata di una deindicizzazione al di fuori dell’Unione, né che abbia scelto di attribuire ai diritti dei singoli una portata che vada oltre il territorio degli Stati membri.

Non risulta neppure che esso abbia inteso imporre a un operatore, come Google, un obbligo di deindicizzazione riguardante anche le versioni nazionali del suo motore di ricerca che non corrispondono agli Stati membri. Il diritto dell’Unione non prevede, per giunta, strumenti e meccanismi di cooperazione per quanto riguarda la portata di unadeindicizzazione al di fuori dell’Unione.

La Corte conclude quindi che, allo stato attuale, non sussiste, per il gestore di un motore di ricerca che accoglie una richiesta di deindicizzazione presentata dall’interessato, eventualmente a seguito di un’ingiunzione di un’autorità di controllo o di un’autorità giudiziaria di uno Stato membro, un obbligo, derivante dal diritto dell’Unione, di effettuare tale deindicizzazione su tutte le versioni del suo motore.

La Corte, dunque, riafferma la prevalenza dell’istituto della giurisdizione come limite geografico all’esercizio della potestà statuale e – correttamente – fa riferimento ai confini degli Stati membri e non dell’Unione Europea in quanto tale. Continue reading “La Corte di giustizia europea, il GDPR e la giurisdizione”

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La Corte di giustizia UE altera il principio di responsabilità individuale

Con una discutibile decisione, relativa alla causa C-136/17, il cui merito atteneva alle funzioni di de-listing di contenuti dai motori di ricerca, la Corte di giustizia europea dichiara che

il gestore di tale motore di ricerca in quanto soggetto che determina le finalità e gli strumenti di detta attività deve garantire, nell’ambito delle sue responsabilità, delle sue competenze e delle sue possibilità, che detta attività soddisfi le prescrizioni del diritto dell’Unione, affinché le garanzie previste da quest’ultimopossano spiegare pienamente i loro effetti e possa essere realizzata una tutela efficace e completa delle persone interessate, in particolare del loro diritto al rispetto della loro vita privata.

ma non ha speso una sola parola sul ruolo e sui i doveri di chi originariamente ha pubblicato l’informazione. Continue reading “La Corte di giustizia UE altera il principio di responsabilità individuale”

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Corte di giustizia UE Sentenza 24 settembre 2019

Rinvio pregiudiziale – Dati personali – Protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento di tali dati che compaiono in pagine web – Direttiva 95/46/CE – Regolamento (UE) 2016/679 – Motori di ricerca su Internet – Trattamento dei dati contenuti nei siti web – Categorie di dati specifiche di cui all’articolo 8 di tale direttiva e agli articoli 9 e 10 di tale regolamento – Applicabilità dei suddetti articoli al gestore di un motore di ricerca – Portata degli obblighi di tale gestore alla luce dei suddetti articoli – Pubblicazione dei dati in siti web a soli fini di giornalismo o di espressione artistica o letteraria – Incidenza sul trattamento di una domanda di deindicizzazione – Articoli 7, 8 e 11 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea»

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Corte di giustizia UE Sentenza 24 settembre 2019

Google LLC, succeduta alla Google Inc.,

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Rousseau e Peisinóe*, ovvero: il canto mortale della democrazia diretta

Se, come scrive Il Fatto Quotidiano, “Rousseau” consente veramente l’esercizio della democrazia diretta è uno strumentto pericoloso e anticostituzionale.

Se consente la manipolazione del voto tramite la formulazione delle domande poste in forma “chiusa”, “suggestiva” o tramite l’arsenale retorico ben noto da secoli per “ipnotizzare” l’uditorio, è peggio ancora.

Se viene usato “a corrente alternata” in funzione dell’opportunità politica del momento, diventa uno strumento finto. Continue reading “Rousseau e Peisinóe*, ovvero: il canto mortale della democrazia diretta”

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Cass. II Sez. penale – Sent. 42315/19

Focalizzare il ricordo di un volto tramite una foto disponibile su un social netowrk è attività non soggetta alle procedure di cui agli artt. 213 e 214 C.p.p. Continue reading “Cass. II Sez. penale – Sent. 42315/19”

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