Né più né meno come uno Stato sovrano, Meta-Facebook annuncia possibili sanzioni contro un altro (non) Stato sovrano, l’Unione Europea, per via delle sue scelte politiche in materia di protezione dei dati personali. Dopo decenni di colpevole inerzia, infatti, qualche autorità nazionale di protezione dei dati (quella austriaca e quella tedesca, nello specifico) si è destata dal torpore e ha scoperto che l’ecosistema di Google crea qualche problema per i diritti dei cittadini degli Stati membri della UE. Meglio tardi che mai? I commenti alla notizia si sono superficialmente concentrati sulla narrativa trita e ritrita della “tutela della privacy” e del rischio che le autorità americane possano accedere ai dati importati da Google. Tuttavia, queste analisi mancano di cogliere alcuni aspetti strutturali della vicenda. Il primo, è la ultraventennale latitanza dei governi nazionali nella costruzione di un ecosistema tecnologico e regolamentare continentale che favorisse le imprese nazionali liberandoci dalla schiavitù elettronica di Andrea Monti – Inizialmente pubblicato su Strategikon – un blog di Italian Tech
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